"Ai colleghi iscritti all’Albo e all’ENPAP
Anche quest’anno ho versato alla nostra Cassa una notevole somma di contributi previdenziali. Anche quest’anno mi è venuto il mal di pancia e un forte senso di nausea pensando alla paradossale situazione in cui ci troviamo. Paghiamo notevoli quantità di denaro (nel mio caso il montante versato fino ad oggi corrisponde a 71.000 euro) per avere una pensione di poco più di 350 euro al mese (meno dell’assegno sociale).
In poche parole facciamo una sorta di beneficenza al nostro Ente che investe in maniera spesso discutibile. Per quanto mi sforzi non riesco a trovare una valida giustificazione che mi convinca dell’importanza di rimpinguare “le casse della Cassa”. Ho pensato all’assistenza ai colleghi più sfortunati e più giovani, all’assistenza in caso di malattie o decessi, alle borse di studio per gli orfani , ma ho anche pensato alla mia vecchiaia. Ho 58 anni, non ho proprietà o lasciti, non ho ricevuto niente in eredità e pagando le tasse non sono riuscito ad accumulare un gran che. Con una pensione di 356 euro che ci faccio? Come posso pensare di vivere un vecchiaia dignitosa? Se si potessero investire gli stessi soldi che versiamo all’ENPAP in un qualsiasi fondo “sicuro”, avremmo la possibilità di avere quanto meno la cifra versata. Perché la nostra Cassa non ci concede questa possibilità? Per quale motivo dobbiamo continuare a fare “beneficenza” (ci sono popolazioni più bisognose di quella italiana!). Purtroppo siamo in un periodo storico in cui regna la rassegnazione, ci siamo assuefatti ad accettare ogni forma di ingiustizia. Perché non ci svegliamo e facciamo qualcosa? Alcuni mesi fa con alcuni colleghi (non rassegnati) ci siamo rivolti ad un avvocato esperto in questioni contributive, gli abbiamo esposto la questione e abbiamo chiesto un suo parere. Egli è rimasto sorpreso della nostra situazione e ci ha consigliato di tentare una “class action” nei confronti della Cassa per chiedere la restituzione del montante versato o di una cospicua percentuale al momento della pensione. Si è dichiarato disponibile a seguirci e ci ha suggerito di aggregare un gruppo di persone (colleghi iscritti all’ordine), una sorta di comitato promotore per sostenere l’iniziativa anche dal punto di vista economico. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 6/7000 euro. Non ci ha ovviamente assicurato che l’obiettivo sarà raggiunto, ma in ogni caso si creerebbe un movimento di opinione tra i colleghi che (se numeroso) non potrà essere ignorato. Chiaro che più siamo meglio è anche per suddividere le spese. Se riusciamo a mettere insieme un centinaio di persone i costo sarebbe di 100 euro a testa che, credo, per una causa di questo genere si possano investire. I colleghi che ho interpellato (una decina) si sono dichiarati disponibili. Quanti altri sono disposti ad appoggiarci? Vi chiedo solo di divulgare mandare al maggior numero possibile di colleghi questa mail. Se qualcuno vuole partecipare all’iniziativa ed eventualmente avere maggiori informazioni sul nome dell’avvocato e su come versare il denaro o qualsiasi altra informazione mi contatti pure all’indirizzo mail: francobaldini.franco@tiscali.it
In poche parole facciamo una sorta di beneficenza al nostro Ente che investe in maniera spesso discutibile. Per quanto mi sforzi non riesco a trovare una valida giustificazione che mi convinca dell’importanza di rimpinguare “le casse della Cassa”. Ho pensato all’assistenza ai colleghi più sfortunati e più giovani, all’assistenza in caso di malattie o decessi, alle borse di studio per gli orfani , ma ho anche pensato alla mia vecchiaia. Ho 58 anni, non ho proprietà o lasciti, non ho ricevuto niente in eredità e pagando le tasse non sono riuscito ad accumulare un gran che. Con una pensione di 356 euro che ci faccio? Come posso pensare di vivere un vecchiaia dignitosa? Se si potessero investire gli stessi soldi che versiamo all’ENPAP in un qualsiasi fondo “sicuro”, avremmo la possibilità di avere quanto meno la cifra versata. Perché la nostra Cassa non ci concede questa possibilità? Per quale motivo dobbiamo continuare a fare “beneficenza” (ci sono popolazioni più bisognose di quella italiana!). Purtroppo siamo in un periodo storico in cui regna la rassegnazione, ci siamo assuefatti ad accettare ogni forma di ingiustizia. Perché non ci svegliamo e facciamo qualcosa? Alcuni mesi fa con alcuni colleghi (non rassegnati) ci siamo rivolti ad un avvocato esperto in questioni contributive, gli abbiamo esposto la questione e abbiamo chiesto un suo parere. Egli è rimasto sorpreso della nostra situazione e ci ha consigliato di tentare una “class action” nei confronti della Cassa per chiedere la restituzione del montante versato o di una cospicua percentuale al momento della pensione. Si è dichiarato disponibile a seguirci e ci ha suggerito di aggregare un gruppo di persone (colleghi iscritti all’ordine), una sorta di comitato promotore per sostenere l’iniziativa anche dal punto di vista economico. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 6/7000 euro. Non ci ha ovviamente assicurato che l’obiettivo sarà raggiunto, ma in ogni caso si creerebbe un movimento di opinione tra i colleghi che (se numeroso) non potrà essere ignorato. Chiaro che più siamo meglio è anche per suddividere le spese. Se riusciamo a mettere insieme un centinaio di persone i costo sarebbe di 100 euro a testa che, credo, per una causa di questo genere si possano investire. I colleghi che ho interpellato (una decina) si sono dichiarati disponibili. Quanti altri sono disposti ad appoggiarci? Vi chiedo solo di divulgare mandare al maggior numero possibile di colleghi questa mail. Se qualcuno vuole partecipare all’iniziativa ed eventualmente avere maggiori informazioni sul nome dell’avvocato e su come versare il denaro o qualsiasi altra informazione mi contatti pure all’indirizzo mail: francobaldini.franco@tiscali.it
Cordiali saluti
Franco Baldini"
Gent.le Francesco Baldini.
RispondiEliminaSono una giovane psicologa, ancora non iscritta all'Empap.
Tuttavia trovo la tua posizione molto veritiera e sinceramente mi spaventa ancor di più pensare alla situazione futura, che noi giovani psicologi troveremo tra qualche anno.
Pur non potendo partecipare alla tua iniziativa, che reputo giustissima, cercherò di condividere e divulgare il più possibile.
Penso spesso che come categoria dovremmo attivarci maggiormente per vedere rispettati i nostri diritti...e chissà migliorare qualcosa.
Un saluto
Claudia Distefano
Qui c'è un sito che tratta di previdenza per i professionisti! :)
RispondiEliminahttp://www.previdenza-professionisti.it/Enpap/