giovedì 29 dicembre 2011

Riassunto de "La realtà come costruzione sociale" di Berger & Luckman


Introduzione: Il problema della sociologia nella conoscenza


La realtà viene costruita socialmente, il compito della sociologia della conoscenza è appunto quello di analizzare i processi attraverso cui questo avviene. La realtà viene definita come una caratteristica propria di quei fenomeni che noi riconosciamo come indipendenti dalla nostra volontà. Definiamo conoscenza come la certezza che i fenomeni sono reali e possiedono caratteristiche precise.
Gli uomini della strada danno per scontate “realtà” diverse a seconda della società a cui appartengono. Il sociologo si pone un interrogativo: la differenza tra le diverse realtà può essere spiegata in relazione alle differenze tra le varie società?
Particolari raggruppamenti di realtà e di conoscenza appartengono a particolare contesti sociali, e queste relazioni devono essere incluse in un’analisi adeguata di questi contesti. La sociologia della conoscenza dovrà occuparsi dei modi generali in cui le “realtà” vengono date per “conosciute” nelle società umane, dovrà occuparsi non solo dell’empirica varietà di “conoscenze” nelle società umane, ma anche dei processi per cui qualsiasi complesso di conoscenze viene a essere socialmente stabilito come realtà. Si occupa dunque dell’analisi della costruzione sociale della realtà. Si interessa della relazione tra il pensiero umano e il contesto sociale da cui scaturisce. Mette a fuoco il problema della determinazione esistenziale del pensiero in quanto tale.

martedì 20 dicembre 2011

Memoria di una colonscopia

La ricerca ci insegna che la memoria umana è imperfetta. I nostri ricordi difficilmente rispecchiano i fatti realmente accaduti e a noi manca la consapevolezza di questo scarto. Episodi dolorosi sono interpretati come tali in riferimento all’ultima parte dell’evento. Della serie: l’ultima cosa sarà quella che ricorderete altrimenti definita “effetto recency”.
Se le cose stanno così, perché non cavalcare questo difetto e volgerlo a opportunità?
Donald Redelmeier, Joan Katz e Daniel Kahneman hanno ben pensato di sfruttare questa modalità cognitiva con i pazienti che si sottopongono a colonscopia. Questa procedura prevede che un sondino venga infilato attraverso l’ano del paziente e viene descritta da chi l’ha provata come “tutt’altro che piacevole”.
Ecco cosa hanno fatto.
Premesso che il dolore della procedura è connesso ai movimenti del sondino, ad alcuni pazienti è stata applicata la procedura standard (infila-muovi-sfila) agli altri il sondino è stato lasciato immobile per tre minuti prima di estrarlo.
Neanche a dirlo, quelli che per tre minuti si sono trovati con il sondino immobile infilato nell’ano hanno descritto l’intera procedura come meno sgradevole e sono tornati in numero maggiore e più volentieri a ripetere l’esperienza.
Credo ci sia una morale in questo esperimento.

Bibliografia
Redelmeier, D.A., Katz, J., & Kahneman, D. (2003). Memories of colonscopy: a randomized trial. Pain, 104, 187-194

domenica 18 dicembre 2011

Beck Depression Inventory II - BDI II



Il Beck Depression Inventory (BDI) è uno strumento di autovalutazione composto da 21 item a scelta multipla. Misura la gravità della depressione in adulti e adolescenti di almeno 13 anni d’età.
Gli item del questionario valutano la gravità dei sintomi caratterizzanti il disturbo depressivo in accordo con la nomenclatura della quarta edizione del manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali (DSM-IV). Data la sua natura, l’utilizzo dello strumento è consigliato per ottenere una misura della gravità dello stato depressivo, articolata nei suoi aspetti peculiari (sonno, appetito, suicidio, pessimismo, ecc.). Per lo stesso motivo non è invece indicato per individuare stati di lieve disforia su pazienti affetti da altre patologie.
Ora il BDI è alla sua seconda edizione (BDI-II) e in questa pagina faremo specifico riferimento alle norme italiane.

domenica 11 dicembre 2011

Esame di stato



Articolo 1
Le regole del presente Codice Deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Albo degli Psicologi.
Lo psicologo è tenuto alla loro conoscenza, e l’ignoranza delle medesime non esime dalla responsabilità disciplinare.
Sunto: la legge non ammette ignoranza; non conoscere le regole non esime dal rispettarle.

Articolo 2
L’inosservanza dei precetti stabiliti nel presente Codice Deontologico, ed ogni azione od omissione comunque contrarie al decoro, alla dignità ed al corretto esercizio della professione, sono punite secondo quanto previsto dall’art. 26 comma 1°, della legge 18 febbraio 1989, n. 56, secondo le procedure stabilite dal regolamento disciplinare.
Sunto: chi infrange il codice viene inflitta una delle seguenti sanzioni disciplinari: a) avvertimento; b) censura; c) sospensione dell’esercizio professionale; d) radiazione.